Anticipo TFR in busta paga: cosa dice la normativa aggiornata al 2022

Anticipo TFR in busta paga: cosa dice la normativa aggiornata al 2022

Aprile 27, 2022 0 Di Sylvia Allegri

Il TFR, acronimo di Trattamento di Fine Rapporto, è la somma di denaro che l’azienda riconosce al lavoratore quando cessa il rapporto di lavoro. La legge di stabilità del 2015 ha introdotto nel nostro ordinamento la possibilità di richiedere la liquidazione mensile del TFR in busta paga a partire da aprile 2015 e fino al 30 marzo 2018.

L’anticipo del TFR in busta paga

Per ottenere l’anticipo TFR in busta paga i lavoratori devono possedere determinati requisiti, ovvero devono essere stati assunti da almeno sei mesi, non devono aver precedentemente destinato il proprio TFR e non devono averlo posto a garanzia di eventuali prestiti.

La corresponsione del TFR in busta paga riguarda solo alcune categorie di lavoratori del settore privato. Sono esclusi i dipendenti che sono soggetti a contrattazione collettiva, i dipendenti del settore agricolo e i dipendenti domestici.

Chiedere l’anticipo del TFR in busta paga ha sicuramente il vantaggio di ottenere una maggiore liquidità mensile, anche se è importante valutare determinati svantaggi sul piano fiscale che comportano un aumento di contributi. La quota infatti è cumulata con gli altri redditi. L’anticipo del TFR in busta paga perde il suo carattere previdenziale e aumenta il reddito ai fini del calcolo del modello ISEE.

Questa possibilità sperimentale con validità triennale toglie al TFR la connotazione previdenziale che si evince dall’acronimo. Non è più una liquidazione o una buona uscita ma piuttosto un’ integrazione salariale. Le norme sostanzialmente riproducono le modalità di richiesta dell’anticipo del TFR.

Anticipo del TFR prima della cessazione del rapporto di lavoro

L’anticipo del TFR, o almeno una sua percentuale, si può richiedere anche prima della cessazione del rapporto di lavoro, per i motivi specifici che elenchiamo in questo articolo.

In linea generale per richiedere l’anticipo del TFR occorre aver maturato almeno 8 anni di servizio presso lo stesso datore di lavoro. Il dipendente non può chiedere più del 70% del TFR maturato.

La somma può essere richiesta esclusivamente dai dipendenti del settore privato. I dipendenti del settore pubblico non possono richiedere l’anticipo del TFR durante il rapporto di lavoro con la Pubblica Amministrazione.

L’accesso a questo strumento, che come abbiamo precedentemente sottolineato, può essere concesso ai dipendenti del settore privato dopo otto anni di servizio, è legato al rispetto di una serie di requisiti previsti dalle normative vigenti.

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Occorre ricordare che seconda la normativa vigente, puoi richiedere l’anticipo del TFR solo per giustificato motivo.

Motivazioni per chiedere l’anticipo del TFR

Con giustificato motivo si intende che per accedere all’anticipo del TFR occorrono motivazioni specifiche. I motivi elencati nell’articolo 212o del codice civile sono i seguenti:

  • Eventuali spese sanitarie per terapie e interventi straordinari riconosciuti dalle competenti strutture pubbliche;
  • Acquisto della prima casa di abitazione per sé o per i figli, documentato con atto notarile.

Successivamente l’articolo 5 del Decreto Legislativo 151/2001 estende il diritto di ottenere denaro dal fondo TFR in altri due casi.

  • Durante i periodi di fruizione dei congedi di cui all’articolo 32, il trattamento di fine rapporto può essere anticipato ai fini del sostegno economico, ai sensi dell’articolo 7 della legge 8 marzo 2000, n. 53;
  • Gli statuti delle forme pensionistiche complementari di cui al decreto legislativo 21 aprile 1993, n. 124, e successive modificazioni, possono prevedere la possibilità di conseguire tale anticipazione.

Dalle due normative si evince che l’intento del legislatore è di far sì che ottenere in anticipo la spesa maturato prevede il dover affrontare spese importanti per il lavoratore legate alla salute e all’acquisto della prima casa.

Nel corso del tempo il diritto all’anticipo è stato esteso per sostenere altre spese sempre legate all’acquisto della prima casa, ovvero:

  • Acquisto del suolo su cui edificare l’abitazione;
  • Acquisto della casa per il figlio, quando l’onere è sostenuto dal figlio stesso;
  • Riscatto di abitazione già occupata ad altro titolo;
  • Ristrutturazione di una abitazione da adibire a prima casa;
  • Costruzione di una abitazione da adibire a prima casa.

Il calcolo del TFR

Per calcolare il TFR occorre dividere la retribuzione annua per un coefficiente di 13,5. L’importo ottenuto sarà rivalutato in base all’inflazione annuale e a questa somma va aggiunto un tasso fisso dell’ 1,5%.