Come aprire uno stabilimento balneare: percorso da seguire e passaggi da effettuare
Aprile 12, 2021Se c’è una caratteristica che rende l’Italia protagonista dal punto di vista economico e turistico, sicuramente non si può fare a meno di citare il mare e, di conseguenza, il turismo marittimo. Grazie alle migliaia di chilometri di costa di cui vanta, l’Italia fa del turismo marittimo una delle vocazioni fondamentali della sua storia e del suo turismo e, per questo motivo, ogni anno la stagione estiva vede non soltanto centinaia di migliaia di italiani spostarsi per raggiungere località marittime lontane, ma anche tantissimi turisti stranieri raggiungere il proprio paese per lo stesso motivo. Sono in molti coloro che vorrebbero sfruttare economicamente la situazione attraverso l’apertura di uno stabilimento balneare ma, naturalmente, non si tratta di un qualcosa di semplice: ecco, allora, quali sono tutti i passaggi da seguire e il percorso per riuscire ad aprire, burocraticamente parlando, uno stabilimento balneare.
I documenti da possedere per aprire uno stabilimento balneare
La prima cosa che c’è da sapere, a proposito di come aprire uno stabilimento balneare e di quali sono i passaggi per permettere che ciò si traduca in atto, è quali siano i documenti che rendono possibile una realizzazione simile, che bisogna necessariamente possedere nel momento in cui si vuole avviare un iter legale per aprire il proprio stabilimento balneare. Nello specifico, i documenti in questione:
- la concessione per la spiaggia, o concessione demaniale marittima
- l’autorizzazione unica ambientale
- l’iscrizione dell’azienda nel registro della Camera di Commercio del comune di appartenenza
- l’attestato di frequenza di uno specifico corso di formazione
- le autorizzazioni relative ai servizi che si intendono aggiungere allo stabilimento, come per esempio bar o ristoranti
- un commercialista di fiducia, che ti aiuti a gestire i conti e a rispettare tutti gli adempimenti necessari per essere in regola.
Ognuno dei documenti sono ottenuti in base a specifiche procedure che, a loro volta, derivano da altri percorsi che sono seguiti prima di riuscire a maturare concretamente l’idea di aprire uno stabilimento balneare. La spiaggia è un territorio demaniale appartenente allo Stato e, per questo motivo, se si vuole edificare su una spiaggia – anche se semplicemente per attrezzature e lidi – si ha bisogno di un’autorizzazione richiesta al Comune di riferimento. Successivamente, bisognerà partecipare a un concorso bandito dall’Ente del Demanio Marittimo, che si rinnova saltuariamente per l’assegnazione o la riassegnazione della spiaggia a chi vuole edificare, rinnovare o ristrutturare strutture.
Quanto costa aprire uno stabilimento balneare?
E’ bene sottolineare che aprire uno stabilimento balneare non è assolutamente semplice, né dal punto di vista meramente strutturale, né dal punto di vista dei costi che dovranno essere sostenuti. Il motivo potrebbe essere facilmente intuibile, ma vale la pena sottolineare quali sono i costi fondamentali che dovranno essere sostenuti nel momento in cui si vuole aprire uno stabilimento balneare.
In primo luogo, partecipare al bando comporta dei costi per sostenere l’asta che riguarderà il lotto: maggiore è il numero dei partecipanti, maggiore potrebbe essere la cifra totale da investire per ottenere l’assegnazione di uno stabilimento balneare. In secondo luogo, anche l’estensione del lotto stesso può causare un motivo di innalzamento del valore dello stesso. E ancora, tanti altri possono essere i fattori di spesa, a partire dal costo delle strutture fino al costo di attrezzature, misure di sicurezza e personale da assumere. Insomma, la sfida è certamente impegnativa ma il ritorno, soprattutto all’interno della realtà italiana, è senza dubbio assicurato.