Trovare lavoro in Italia? Conviene espatriare

Trovare lavoro in Italia? Conviene espatriare

Novembre 30, 2016 0 Di Sylvia Allegri

Un giovane italiano, mediamente, spende circa una ventina d’anni in studio e formazione, se tutto va bene, se no pure qualcuno in più. Le scuole statali sono gratuite solo sulla carta poiché oggi sono prive di qualsiasi tipo di materiale e i ragazzi arrivano perfino a doversi portare la carta igienica da casa. Tra assicurazione, iscrizione, libri di testo, perfino le scuole dell’obbligo arrivano ad avere dei costi importanti. Se poi si vuole proseguire con gli studi nelle scuole secondarie di secondo grado ci si deve preparare a un bell’investimento, peggio ancora all’Università.

Gli studi diventano inutili

studiare-01Uno però gli investimenti li fa volentieri, così come i sacrifici, quando sa che c’è un buon margine che vengano ripagati. Quindi si investe in studi con la speranza di trovare un lavoro che dia delle buone possibilità. Purtroppo però ormai da diverso tempo nel nostro Paese non è più così e il lavoro è proprio l’unica cosa a cui non bisogna pensare se si decide di avviare una carriera di studi. Si deve invece pensare a due cose: a studiare per il puro piacere di acculturarsi, o studiare per poi partire all’estero e lavorare lontano dalle proprie radici.

Il fenomeno della fuga dei cervelli

In realtà ormai non fuggono più solo i cervelli, ma anche braccia a gambe. Il nostro Paese non ha più molto da offrire se non si hanno le conoscenze giuste, quindi i comuni mortali sono costretti a cercare “fortuna” altrove. Ma in realtà qual è il problema? Che purtroppo non si da spazio, né tanto meno credito alle nuove idee. Si parla tanto di giovani ma non si da loro che qualche briciola. Ben poca cosa in confronto alla qualità delle idee di molti giovani brillanti.

All’estero invece chi ha davvero buone idee e spirito d’iniziativa viene premiato da un sistema meritocratico non certo come il nostro che fa largo ai “figli di” invece che a chi ha davvero qualcosa di interessante da mettere in campo. Del resto, però, andare via significa gettare la spugna e ammettere che nulla mai potrà cambiare.